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    7 secondi per fare una prima buona impressione. Sarà vero?

    2021-04-15 16:16

    Germana

    Personal Branding, Comunicazione,

    7 secondi per fare una prima buona impressione. Sarà vero?

    Tempo di lettura 2 min. Quando ci confrontiamo con qualcosa di "nuovo" entra in azione il nostro "inconscio adattivo" che influenza le nostre percezioni.

     

     

     

     

     

     

     

    Tempo di lettura 2 min.

     

    La fretta è cattiva consigliera! Non saltare subito alla conclusione! La gatta frettolosa fa i figli ciechi!

     

    Sin da piccoli veniamo abituati a pensare che per prendere una buona decisione o esprimere un giudizio sia necessario raccogliere il maggior numero possibile di informazioni e, soprattutto, dedicare alla decisione il giusto tempo. Sembra che ci si possa fidare solo dei processi decisionali consci ma poi, molte volte, ci troviamo a dire “è una sensazione a pelle!” quando magari conosciamo una nuova persona, prendiamo una decisione rapidamente e sotto stress o ci confrontiamo con qualcosa di nuovo.

     

    E, dunque, cosa accade in queste situazioni?

     

    Entra in azione il nostro “inconscio adattivo” che ha lo straordinario potere di analizzare ed elaborare velocemente, come fosse un pc, le informazioni “sensoriali” che riceve e di categorizzare il “nuovo” in relazione ai propri paradigmi, le proprie credenze, i propri valori e le esperienze di vita pregresse.

     

    Questo processo inconscio si chiama thin-slicing. Il termine, coniato nel 1992 dalla psicologa Ambady, significa “tagliare a fettine sottili”  e fa riferimento alla capacità di interpretare la realtà in base a schemi mentali e “fette” di esperienza. Su questo argomento, Malcolm Gladwell ha scritto un bellissimo libro, Blink (il titolo della traduzione italiana è “In un batter di ciglia”) – di cui consiglio la lettura - , in cui, attraverso una serie di aneddoti, racconta come le reazioni istintive guidino il nostro processo di valutazione competendo con emozioni, aspettative e pregiudizi.

     

    La prima impressione influenza in maniera significativa le modalità con cui poi l’individuo proseguirà nell’elaborazione del proprio giudizio: se la prima impressione sarà positiva inciderà per il 50% sul giudizio finale, mentre se sarà negativa il grado di influenza salirà al 90% e ci sarà una forte resistenza a modificarla.

     

    La consapevolezza di questi meccanismi è straordinariamente utile nel Personal Branding per prepararci a comunicare noi stessi in maniera efficace non solo durante un incontro di persona  ma anche attraverso il nostro sito, il nostro blog, i nostri profili social e tutti gli artefatti con cui decidiamo di raccontarci al nostro pubblico. Anche chi approda sul nostro blog o sul nostro profilo Linkedind costruisce un giudizio su di te in pochi secondi.

     

    La cura di sé e la professionalità, nel Personal Branding, passano attraverso attraverso ogni aspetto della comunicazione.

    E quindi, ricordiamocelo: abbiamo 7 secondi per fare una prima buona impressione!